Rif. Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/ Covid-19 nei luoghi di lavoro
Rif. Protocollo Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro
Struttura dell'articolo
Luogo di lavoro come punto aggiuntivo di vaccinazione
Al fine di accelerare lo sviluppo del Piano nazionale di vaccinazione anti SARS-CoV-2/ Covid-19, il Governo e le parti sociali (associazioni datoriali e sindacali), in data 6 aprile hanno approvato un “protocollo” per la realizzazione di punti di vaccinazione aggiuntivi a livello territoriale, tra cui i datori di lavoro, così da rendere più sicura la prosecuzione delle attività commerciali e produttive sull’intero territorio nazionale, accrescendo il livello di sicurezza degli ambienti di lavoro.
L’estensione della vaccinazione diretta ai lavoratori, che a prescindere dalla tipologia contrattuale prestano la loro attività in favore dell’azienda, costituisce un’attività di sanità pubblica, il quale si colloca nell’ambito del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/Covid-19 predisposto dal Commissario Straordinario e non rientra in un adempimento di legge correlato alla sicurezza nei luoghi di lavoro, in conformità al D.lgs. 81/2008 e s.m.i..
Questo aspetto è importante, in quanto i datori di lavoro non sono obbligati ad aderire all’iniziativa, ed è fondamentale nell’identificazione della corretta base giuridica che giustifica il trattamento dei dati personali.
I datori di lavoro, singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratori occupati, con il supporto delle Associazioni di categoria di riferimento, possono manifestare la disponibilità ad attuare i Piani aziendali, per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid-19 nei luoghi di lavoro destinati alla somministrazione in favore dei lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta, all’Azienda Sanitaria di riferimento, nel pieno rispetto delle Indicazioni ad interim emanate dall’Inail e delle eventuali indicazioni specifiche promulgate dalle Regioni e dalle Province Autonome per i territori di rispettiva competenza.
Nell’elaborazione dei Piani aziendali, i datori di lavoro garantiscono, con il supporto del medico competente, la corretta applicazione delle misure previste nel Protocollo condiviso di aggiornamento, nonché assicurano il confronto con il Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole, composto dal datore di lavoro o suo delegato, dalle organizzazioni sindacali, dal RSPP e dalle RLS/RLST se presenti. All’atto della presentazione dei piani aziendali, il datore di lavoro specifica altresì il numero di vaccini richiesti per i lavoratori disponibili a ricevere volontariamente la somministrazione, in modo da consentire all’Azienda Sanitaria di riferimento la necessaria programmazione dell’attività di distribuzione.
Vaccinazione anti Covid-19 in azienda
Nel concreto le vaccinazioni potranno avvenire sul luogo di lavoro, presso centri convenzionati oppure in sedi indicate dall’Inail.
I costi per la realizzazione e la gestione dei Piani aziendali, ivi inclusi i costi per la somministrazione nonché la corretta gestione del mantenimento della catena del freddo dei vaccini, sono interamente a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe/aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei Servizi Sanitari Regionali territorialmente competenti.
La somministrazione del vaccino è riservata ad operatori sanitari in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie adottate per tale finalità e in possesso di adeguata formazione per la vaccinazione anti Covid-19 e viene eseguita in locali idonei che rispettino i requisiti minimi definiti con le Indicazioni ad interim.
Vaccinazione in azienda e rispetto della Privacy
L’adesione dei lavoratori, all’iniziativa di vaccinazione da parte dei datori di lavoro, è volontaria per cui le procedure finalizzate alla raccolta delle adesioni dovranno essere gestite nel pieno rispetto della correttezza, liceità e trasparenza nonché della riservatezza e sicurezza delle informazioni raccolte, evitando, altresì, ogni forma di discriminazione dei lavoratori coinvolti.
Altro punto importante nella tutela della protezione dei dati personali dei soggetti interessati riguarda il medico competente, unico soggetto a cui compete il dovere di informare i lavoratori sui vantaggi e sui rischi connessi alla vaccinazione e sulla specifica tipologia di vaccino, il quale deve assicurare l’acquisizione del consenso informato del soggetto interessato, il previsto triage preventivo relativo allo stato di salute e garantire la tutela della riservatezza dei dati, da lui trattati in qualità di autonomo titolare del trattamento, nonché certificare la corretta registrazione delle vaccinazioni eseguite mediante gli strumenti messi a disposizione dai Servizi Sanitari Regionali.
Le precisazioni del Garante della Privacy
Nella gestione della riservatezza durante la raccolta delle adesioni ai vaccini, da parte dei lavoratori, occorre tenere conto dei chiarimenti del Garante:
Vaccinazione tramite strutture sanitarie private
In alternativa alla modalità della vaccinazione diretta, come descritto sopra, i datori di lavoro che intendano partecipare all’iniziativa di vaccinazione attraverso il ricorso a strutture sanitarie private, possono concludere, anche per il tramite delle Associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della bilateralità, una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a proprio carico, ad esclusione della fornitura dei vaccini che viene assicurata dai Servizi Sanitari Regionali territorialmente competenti.
I datori di lavoro che per effetto del D.lgs. 81/2008 e s.m.i. non sono obbligati alla nomina del medico competente, oppure non intendano ricorrere alle strutture sanitarie private, possono avvalersi delle strutture sanitarie dell’INAIL, la quale dovrà farsi carico degli oneri visto che si tratta di iniziativa vaccinale pubblica.
In questi specifici casi, il datore di lavoro direttamente, ovvero attraverso il medico competente ove presente, comunica alla struttura sanitaria privata o alla struttura territoriale dell’INAIL il numero complessivo di lavoratori che hanno manifestato l’intenzione di ricevere il vaccino. Sarà premura della stessa struttura curare tutti i necessari adempimenti che consentano la somministrazione, tra cui anche quelli relativi alla protezione dei dati in qualità di destinatari, ivi compresa la registrazione delle vaccinazioni eseguite mediante gli strumenti messi a disposizione dai Servizi Sanitari Regionali.
Infine, il protocollo nazionale specifica che se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario alla medesima è equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro.
Adempimenti Privacy per la vaccinazione in azienda
Aderire all’iniziativa di vaccinazione nei luoghi di lavoro richiede il rispetto di precisi adempimenti per la tutela dei dati personali, come ad esempio la predisposizione di apposite informative e modulistica specifica per la raccolta delle adesioni.. ma non solo.
Se hai deciso, o stai valutando la possibilità, di aderire all’iniziativa “Vaccinazione anti Covid-19 in azienda” puoi richiedere una consulenza mirata nonchè la modulistica necessaria per raccogliere le adesioni e definire l’iter di vaccinazione, nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali.