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La valutazione di un'azienda in crisi
La valutazione di un’azienda in crisi può essere richiesta al professionista in diverse circostanze e da diversi soggetti: può essere chiesta dagli organi di una procedura concorsuale, dall’imprenditore medesimo o da soggetti terzi interessati all’acquisto dell’azienda.
Le circostanze nelle quali la valutazione è richiesta determinano in genere la finalità della stima.
Perizie di stima: finalità e soggetti richiedenti
Gli organi di una procedura concorsuale richiedono la stima per determinare il valore congruo di affitto o di cessione dell’azienda in esercizio e per individuare un valore di riferimento per l’espletamento delle procedure competitive previste dalla legge fallimentare.
L’imprenditore di un’azienda in crisi richiede la stima per determinare il valore di quote di partecipazione o di rami d’azienda da cedere in esecuzione di piani di risanamento, di accordi di ristrutturazione del debito o di piani concordatari. Nel caso di procedure concordatarie lo scopo della valutazione è anche quello di verificare le alternative di soddisfazione dei creditori concretamente praticabili o di determinare la misura minima di soddisfazione da offrire ai creditori prelatizi.
Infine, soggetti terzi interessati all’acquisto dell’azienda in crisi richiedono la stima di valutazione al fine di individuare il valore ritenuto congruo per la formulazione di proposte di affitto o di acquisto.
Il contesto valutativo
In ciascuna delle circostanze sopra descritte risulta fondamentale individuare il contesto valutativo di riferimento.
La corretta valutazione del complesso aziendale richiede la completa comprensione della situazione di crisi, le sue cause ed il livello di gravità.
Occorre quindi accertare la possibilità di risanamento e di continuità aziendale, ovvero la reversibilità o meno della crisi, distinguendo tra le seguenti tipologie di azienda:
Le configurazioni di valore
Una volta definita la finalità della stima ed individuato il contesto valutativo di riferimento si procede alla ricerca della configurazione di valore ritenuta più appropriata in relazione al caso specifico.
Le configurazioni di valore che assumono rilievo nella valutazione di aziende in crisi sono rappresentate dal valore di mercato, dal valore economico (o intrinseco), dal valore d’investimento o dal valore di liquidazione.
Il valore economico e di mercato
Il valore economico e il valore di mercato sono configurazioni normalmente rilevanti in caso di valutazione di aziende aventi prospettive di continuità con assetti gestionali invariati. Tali configurazioni sono tuttavia ritenute appropriate anche nel caso di aziende in difficoltà per le quali sia possibile la prosecuzione dell’attività con interventi correttivi sugli assetti gestionali, recependo pertanto nella valutazione gli effetti della discontinuità.
Il valore di investimento
Il valore d’investimento è un valore di tipo soggettivo utilizzato in caso di valutazioni a supporto delle decisioni d’acquisto da parte di potenziali investitori.
Il valore di liquidazione
Il valore di liquidazione, ordinaria o forzata, rappresenta la configurazione di valore da determinare per la stima di aziende in crisi irreversibile o per la cessione atomistica dei singoli beni.
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I metodi di valutazione
La finalità per cui è richiesta la valutazione, il contesto valutativo di riferimento e la conseguente configurazione di valore da ricercare, rappresentano gli elementi che guidano il professionista nella scelta del metodo di valutazione da utilizzare per l’elaborazione della stima.
I metodi per la valutazione di aziende in crisi sono gli stessi impiegati per la valutazione di aziende in normali condizioni di operatività, sebbene con alcune varianti per tenere conto della specifica situazione.
I principali metodi di valutazione d’azienda sono riconducibili alle seguenti categorie:
I metodi patrimoniali
I metodi patrimoniali prevedono la valutazione analitica dei singoli elementi dell’attivo e del passivo che compongono il capitale.
I metodi dei flussi di risultato
I metodi dei flussi si basano sul principio per cui il valore dell’azienda è funzione dei risultati reddituali o dei flussi finanziari che la stessa è in grado di generare.
I metodi misti
I metodi misti presuppongono invece una valutazione svolta con criteri sia patrimoniali che reddituali, e il valore finale dell’azienda scaturisce dalla somma tra la componente patrimoniale e una componente rappresentata dalla capacità reddituale.
I metodi di mercato
I metodi di mercato determinano il valore dell’azienda in funzione dei prezzi espressi da transazioni comparabili o dai multipli di borsa di società comparabili.
Applicazione ai diversi contesti
Le valutazioni di tipo patrimoniale sono in genere effettuate per la stima del valore aziendale in ipotesi di crisi irreversibile e di cessione atomistica dei beni.
Le valutazioni di tipo reddituale o finanziario presuppongono la continuità aziendale. In tale ipotesi il metodo misto reddituale-patrimoniale è preferito rispetto ad altri metodi.
La scelta del metodo di valutazione può risultare condizionato anche dalla quantità e dalla qualità delle informazioni disponibili.
La scelta di metodi patrimoniali è infatti subordinata alla possibilità di disporre, nel breve tempo, del valore corrente dei beni che compongono il patrimonio aziendale.
Il ricorso a metodi basati sui flussi presuppone invece l’esistenza o la possibilità di formulare ragionevoli previsioni sui risultati attesi dell’azienda.
L’applicazione di metodi basati sui multipli è subordinata all’esistenza di aziende comparabili per dimensione e situazione di crisi con quelle dell’azienda da valutare.
Considerazioni sulla scelta del metodo di valutazione
Per le valutazioni finalizzate alla cessione d’azienda nell’ambito di procedure concorsuali, la scelta del metodo di valutazione deve essere particolarmente accurata.
Il metodo prescelto deve evitare l’espressione di valori patrimoniali che potrebbero rivelarsi inesistenti e allo stesso tempo considerare le eventuali potenzialità di recupero esistenti, onde evitare di pervenire alla sottostima del bene e di determinare un valore disponibile per i creditori più basso di quello effettivo.
Nel caso in cui l’azienda sia soggetta ad una crisi di tipo reversibile, occorre tenere conto dei flussi di risultato ragionevolmente attesi, seppure con l’introduzione di opportuni aggiustamenti, rispetto ad un normale processo valutativo, dovuti alla necessità di rappresentare l’incertezza ed i costi associati al piano di rilancio dell’attività.
Nell’ambito di procedure concorsuali, particolare attenzione va riposta nell’accertamento della reale situazione in cui versa l’azienda o il ramo d’azienda da valutare. Risulta in particolare necessario:
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