A cosa serve il piano industriale
La pianificazione strategica trova espressione nel piano industriale, documento nel quale sono fissati gli obiettivi e le strategie di medio/lungo periodo e che rappresenta un riferimento per il monitoraggio e la verifica del raggiungimento degli stessi.
Il piano industriale è lo strumento che permette all’azienda di avere una visione integrata e sistematica dei propri obiettivi, attraverso la formulazione di strategie mirate.
Controllo di gestione e piano industriale: complementarietà nella gestione aziendale
L’adozione di un sistema di controllo di gestione aziendale fornisce un supporto nella diagnosi precoce delle situazioni di crisi e nell’adozione tempestiva di uno strumento per l’eventuale risanamento.
Quando l’attenzione del management è focalizzata principalmente sull’analisi delle situazioni economico – patrimoniali consuntive, il rischio è quello di non riuscire ad intercettare per tempo le condizioni di difficoltà. Soltanto attraverso l’applicazione di un approccio di tipo previsionale è possibile comprendere se e quando la crisi è imminente.
Pianificare a livello strategico le proprie azioni significa fissare obiettivi realistici e realizzabili specificando le risorse e gli strumenti con i quali si intende raggiungerli, il tutto all’interno di un’ottica di medio/lungo periodo.
Una sana gestione aziendale passa anche dal saper guardare oltre il breve termine, implementando sistemi di controllo, orientati ad un orizzonte temporale di medio periodo, che favoriscano l’applicazione di una visione prospettica e programmatica. L’obiettivo deve essere non (solo) quello di superare i momenti di difficoltà, ma (anche) di prevenirli, attraverso una precoce interpretazione dei campanelli d’allarme che presagiscono situazioni di difficoltà. Quanto prima la gravità della crisi viene percepita dall’impresa, tanto più aumentano le probabilità che un processo di risanamento sia risolutivo e, pertanto, di successo.
Il piano e gli altri strumenti di gestione dell’impresa
La pianificazione strategica trova espressione nel piano industriale, documento nel quale sono fissati gli obiettivi e le strategie di medio/lungo periodo e che rappresenta un riferimento per il monitoraggio e la verifica del raggiungimento degli stessi. Il piano deve essere poi posto in relazione agli strumenti di programmazione di breve periodo (budget d’esercizio), alle attività di reporting periodico infrannuale, e conseguente analisi degli scostamenti rispetto a quanto pianificato, e alle attività di forecasting (revisione delle previsioni di budget).
Se concepito in maniera corretta, il piano industriale permette all’azienda di avere una visione integrata e sistematica dei propri obiettivi, attraverso la formulazione di strategie mirate.
Il piano industriale nella crisi d’impresa
Quando il piano industriale è elaborato in ottica di crisi, esso diviene piano di risanamento e il suo compito è quello di descrivere le azioni individuate come necessarie affinché l’azienda eviti il default. Posto che il piano è il documento in cui sono raccolti i propositi strategici del management, esso deve presentare le caratteristiche che mettano il lettore nelle condizioni di individuare e comprendere le azioni che l’impresa intende realizzare per raggiungere gli obiettivi.
La strategia proposta nel piano deve essere coerente, realistica ed efficace e deve concretizzarsi in un programma d’azione chiaro e realizzabile. A tale scopo il piano sarà configurato diversamente a seconda del contesto, della gravità dello stato di crisi e degli strumenti che si vogliono applicare per la risoluzione del problema. Si tratta di un documento per il quale nessuna fonte normativa ha indicato la modalità di redazione.
Sono ad ogni modo presenti alcune guide di derivazione professionale a cui rifarsi per l’elaborazione dei piani industriali ed altri documenti, quali i “Principi di redazione dei piani di risanamento”, che possono essere presi come riferimento per la redazione dei piani nei contesti di crisi.
Il piano di risanamento deve in ogni caso individuare la situazione di partenza, gli obiettivi e i destinatari del documento e si sviluppa in una parte qualitativa oltreché in una quantitativa. Nella sua parte qualitativa trovano spazio la descrizione della situazione di partenza dell’azienda e la corretta individuazione delle cause di crisi. Ampio spazio deve essere dato anche alla descrizione della strategia di risanamento e del suo impatto a livello commerciale, produttivo, organizzativo e degli investimenti. Dovranno essere descritte anche le conseguenze che la strategia di riferimento avrà a livello finanziario.
Action Plan del piano di risanamento
Le azioni previste per l’esecuzione del piano dovranno poi essere descritte nel programma d’azione (action plan), che deve rappresentare l’esplicitazione della valutazione di coerenza tra obiettivi, strategie identificate e azioni. La parte quantitativa del piano dovrebbe, poi, contenere una sintesi economica, finanziaria e patrimoniale nella forma di schemi prospettici. Il modello economico finanziario previsionale deve essere composto da stato patrimoniale, conto economico, piano finanziario e piano di tesoreria.
Al fine di evitare il rischio di mancata attuazione del piano, è necessario prevedere anche una specifica fase di monitoraggio attraverso la configurazione di un sistema di KPIs (Key Performance Indicators) e l’adozione di un cruscotto aziendale che permettano di tenere sotto controllo l’andamento delle performance e di rilevare gli eventuali scostamenti rispetto a quanto pianificato.
L'importanza di aggiornare regolarmente il piano
Attraverso l’elaborazione e l’aggiornamento costante del piano industriale si assiste all’applicazione in azienda di un processo di pianificazione strategica che, tra gli altri, ha come obiettivo quello di incrementare la sensibilità manageriale nei confronti della valutazione preventiva e del controllo a posteriori dei risultati raggiunti. Il piano dovrebbe inoltre essere concepito, soprattutto in un contesto di crisi, come strumento in grado di descrivere le azioni da porre in essere per il raggiungimento dell’obiettivo finale del ritorno al valore.
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